Pronto a partire?
Oggi voglio portarti con me in un viaggio che mi ha cambiato la vita, il Cammino di Santiago di Compostela.
Ci sarebbe veramente tanto da dire, è una di quelle esperienze che ti restano dentro.
Ho deciso di suddividere il mio racconto in due parti, cosicché tu possa digerire le informazioni un po’ alla volta e magari, chissà, al mio prossimo Cammino ci incontreremo lungo la strada.
Cominciamo col dire che cos’è il Cammino di Santiago, anche se quasi certamente lo avrai già sentito nominare. Si tratta di un pellegrinaggio della lunghezza di circa 780km, che parte tradizionalmente dalla località di Saint Jean Pied de Port, in Francia, attraversa da est a ovest tutta la Spagna del nord e approda infine al famoso santuario di Santiago de Compostela.
La tradizione vuole che, come recita il nome, si faccia a piedi, motivo per cui richiede parecchi giorni, fino a un mese. In sostanza, dipende da quanti km al giorno macini e dall’itinerario che segui, ma ti assicuro che ne vale la pena. Le stagioni più gettonate per farlo sono la primavera e l’estate, perché chiaramente il meteo è migliore.
Il mio primo Cammino risale al 2012 e il merito è di un mio amico. Una sera sono andato a cena da lui e mi ha raccontato di questa esperienza che aveva appena fatto. Non starò qui a ripeterti le sue parole, ti dirò solo che quando ha finito di raccontare avevo gli occhi lucidi. Quando poi ci siamo salutati mi ha detto “Allora buon Cammino!” e io ci sono un po’ rimasto, perché non avevo ancora deciso di farlo. Stando al mio amico, però, era il mio cuore ad avere già deciso, lo aveva capito dai miei occhi. E non si sbagliava.
Poco dopo, infatti, mi sono caricato uno zaino in spalla e sono partito, direzione Saint Jean Pied de Port, tappa numero 1 del Cammino.
Da solo, perché tradizionalmente il Cammino è un’esperienza che si fa proprio per passare del tempo con se stessi, per conoscersi e disintossicarsi dai veleni della vita quotidiana.
È anche un viaggio a tu per tu con la natura, una sorta di ritorno alle origini, quando l’uomo la vedeva come una casa piuttosto che come una miniera da sventrare. E i paesaggi che incontri lungo il Cammino, credimi, sono meravigliosi. Ti aiuteranno a ritrovare la pace, a lasciare andare stress e ansie e di certo anche i tuoi polmoni ringrazieranno, considerato quello che sono abituati a respirare in città…
Sappi, però, che sul Cammino non si è mai realmente soli, si incontrano tanti altri pellegrini delle nazionalità più disparate, ma non temere, se mastichi un po’ di inglese sei a cavallo. E sarà anche un buon modo per imparare un po’ di spagnolo. Per me è stato così e oggi ormai lo parlo e lo capisco piuttosto bene.
Con gli altri pellegrini potrai condividere chilometri, esperienze e… una birra ghiacciata!
Tra le parole must have del mini vocabolario spagnolo del pellegrino, infatti, non possono mancare “desayuno” (colazione, che si fa alle 6 del mattino per mettersi in cammino di buon’ora), “comida” (pranzo, ottima occasione per gustare le prelibatezze spagnole), “cerveza” (birra) e “vino tinto” (vino rosso).
Dove fare queste soste rigeneranti? Be’, nei vari paesini che si incrociano lungo il Cammino, ma anche in importanti città che per la loro bellezza meritano una visita turistica: Logrogno, Burgos, Leon, Ponferrada.
Arrivato a questo punto starai probabilmente pensando che il Cammino è un viaggio che unisce sport, natura, cultura e gastronomia, ma ti sbagli. O meglio, queste componenti ci sono e te le ho appena raccontate, ma c’è molto, molto di più. Per questo ti invito a leggere il mio prossimo articolo sul blog e a partire insieme a me per un viaggio ricco di misticismo e spiritualità.